“Nata cigno”, note critiche al nuovo libro di Jole dePinto

“Nata cigno”, note critiche al nuovo libro di Jole dePinto

​Le liriche racchiuse nel volume “Nata cigno” della poetessa Jole de Pinto, sicuramente una delle voci più significative del panorama letterario attuale, si distinguono per la raffinatezza e la struttura dei testi. Nella fusione di classico e moderno, nell’equilibrio di forma e sentimento, troviamo un mondo esistenziale incardinato nei valori essenziali della vita. Nei versi dell’autrice cogliamo la profondità di un animo nobile e sensibile; in essi affiora la preziosità della scrittura che rileva una maturità di comunicazione. Interessante è la ricerca lessicale. La parola non si carica mai di orpelli, ma si articola in apparati di immagini e figure arricchite da metafore che bene esprimono le sensazioni e le emozioni che sgorgano dall’interiorità della poetessa.

​La raccolta “Nata cigno” è divisa in due sezioni, la prima caratterizzata da un’intensa condanna dei mali che affliggono l’umanità, la seconda mette in rilievo intimi sentimenti di un profondo lirismo. Difatti ben evidente è l’interfacciare alle vicende sociali le esperienze personali. La peculiarità della poetessa è costituita da testi rilevanti che spesso ci pongono sul filo della riflessione. Le liriche di Jole de Pinto tracciano un percorso poetico pervaso da una forza rigeneratrice che determina il pathos della sua cifra stilistica.  

Rosa Spera 

“Nata cigno” (edito da Cacucci) presenta un centinaio di liriche e sta ottenendo ottimi riscontri  dalla critica ed apprezzamenti da tantissimi lettori. Jole de Pinto, oltre che poetessa, è anche saggista e storiografa, ed è autrice di una ventina di volumi pluripremiati in tutta Italia.